Lo stato dell’arte nel mondo dell’innovazione secondo General Electric.
Dal caos alla fiducia: attori, tecnologie e sfide emergenti. Questo il titolo dell’edizione 2018, la sesta, del report Global Innovation Barometer di General Electric teso ad indagare lo stato dell’arte in ambito Innovation e a prevederne gli sviluppi futuri attraverso le testimonianze di 2090 business executives del settore provenienti da 20 Paesi. Nessun rappresentante dall’Italia però, anche se il Paese si trova a comparire tra quelli reputati capaci di aver sviluppato, tra il 2014 e il 2018, un ambiente favorevole all’innovazione.
Dai risultati del report emergono alcuni punti chiave. Ne evidenziamo alcuni che descrivono il panorama del settore:
a) L’emergere di nuovi attori. Il driver più importante per l’innovazione è diventato ormai il settore privato, specialmente nel Medio-Oriente e in Asia, mentre i governi sembrano essere attori sempre meno importanti.
b) La preferenza per politiche protezioniste, capaci di tutelare il mercato interno, è accompagnata dal desiderio di poter operare in un mercato globalizzato e aperto e dai benefici che ne derivano.
c) Un approccio misurato al mercato, teso a testare e perfezionare processi e prodotti prima del lancio anche a discapito del time to market.
d) Hype vs Reality of Impact. Emerge, dall’opinione degli addetti ai lavori, che la capacità di creare vera e propria innovazione spesso è imputabile a tecnologie che in fase di sperimentazione e sviluppo non godono di alte aspettative o risonanza mediatica.
e) È in crescita la percentuale di coloro che ritengono il loro settore industriale afflitto dalla mancanza di competenze tecniche sia per di generare innovazione tecnologica che, e forse più spesso, per sfruttarla.
Tra gli altri punti vi sono la produzione additiva, l’elevata competitività che caratterizza gli ambienti, il contesto e la relativa fiducia nella capacità di produrre innovazione.
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